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'Dignitas infinita' contro il diritto di aborto, e non solo

9 Aprile 2024

Il Dicastero per la Dottrina della Fede sbugiarda, una volta di più, le rappresentazioni “progressiste” dell'attuale papato

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«Voler disporre di sé... non significa altro che cedere all'antichissima tentazione dell'essere umano che si fa Dio». Così si esprime il Dicastero per la Dottrina della Fede, voce teologica della Santa Sede, nel suo documento Dignitas infinita. È l'argomento con cui il papato cosiddetto progressista ribadisce una volta di più le posizioni reazionarie della Chiesa.

L'aborto è denunciato come «atto particolarmente grave e deprecabile» perché «la difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa del diritto umano». Il cambio di sesso è consentito solo in presenza di anomalie genitali evidenti, altrimenti vincerebbe la fantomatica teoria del gender, noto spauracchio di tutti i movimenti cattolici integralisti. Ogni forma di fecondazione assistita viene respinta perché «il bambino ha il diritto, in virtù della sua inalienabile dignità, di avere una origine pienamente umana e non artificialmente indotta». Infine si denuncia l'eutanasia e ogni forma di suicidio assistito perché «la sofferenza non fa perdere al malato quella dignità che gli è propria in modo intrinseco e inalienabile».

La dignità! Secondo il papato cosiddetto “progressista” la negazione della libertà della donna a decidere se avere un figlio, o della libertà di un malato di uscire dalla prigione di una sofferenza infinita, sarebbero... dignità. La dignità come castigo, umiliazione, dolore. La vita come espiazione dovuta al Dio che ce l'ha donata. È la radice più profonda, questa sì “inalienabile”, della dottrina cattolica e della Chiesa che la presidia. Papa Francesco ha voluto ricordarlo a tutti. In particolare a tutte.

Gli esegeti progressisti di Papa Bergoglio si affrettano subito a far sapere che il testo originario del documento era più conservatore, che Bergoglio ha voluto introdurvi qualche richiamo compensativo alla pace, alla tutela dei poveri, all'assistenza ai migranti, che in qualche piega del documento è possibile ritrovarvi la condanna dei femminicidi... Ma si tratta di una rassicurazione truffaldina. Non solo perché l'equiparazione del femminicidio all'aborto o al “gender” è un insulto provocatorio verso le donne, e semmai un'aggravante, ma perché la segnalazione rivela il vero codice di lettura del documento: un equilibrismo fra richiami conservatori e progressisti quale mediazione interna all'apparato ecclesiastico, tutela delle sue gerarchie, autoconservazione istituzionale. Papa Bergoglio e la cordata ecclesiastica che lo sostiene difendono semplicemente il proprio ruolo di comando (e la propria linea di successione) assecondando le pressioni della cordata ecclesiastica più integralista. La sostanza del documento è questa. La dignità degli uomini, delle donne, delle persone, è solo vittima collaterale e materia di scambio. Nel migliore dei casi l'ultima delle preoccupazioni.

Di certo tutta la peggiore destra internazionale esalta ora il documento vaticano come proprio vessillo: l'estrema destra polacca, il governo ungherese di Orban, la destra postfascista italiana inneggiano al Dicastero per la Dottrina della Fede. Donald Trump potrà rafforzare la propria campagna contro l'aborto negli USA, quella che negli ultimi due anni negli Stati a guida repubblicana ha obbligato al parto 64000 donne vittime di stupro. Persino il Patriarca ortodosso Kirill, che glorifica la guerra di Putin in Ucraina come guerra al satanismo della modernità occidentale, ha tenuto a far sapere il proprio apprezzamento per il documento pontificio. Tutto normale e prevedibile, lo sappiamo.

C'è invece da chiedersi cosa diranno ora a sinistra (“radicale”!) i tanti esaltatori dell'attuale papato. Quelli che sventolano il suo magistero a sostegno delle proprie campagne elettorali, magari nel nome della “Dignità”. C'è da scommettere che non diranno nulla. A proposito di... dignità.

Partito Comunista dei Lavoratori

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